Nuova avventura a Gravellona Lomellina
Al Parco dei Tre Laghi
con la storia leggendaria
di Pietro da Monforte.
Monforte della palude
Cantiere di costruzione di un villaggio incastellato della seconda metà dell’XI secolo con tecniche dell’epoca e in futuro una fattoria medievale con agricoltura d’epoca.
Il progetto che andiamo sostenendo si situa alla periferia del parco presso il terzo lago e in un campo, oggi risaia, adiacente.
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Il progetto consiste nel cantiere di costruzione di un villaggio-ricetto della seconda metà dell’XI secolo attuato con tecniche dell’epoca ed una fattoria medievale con agricoltura d’epoca.
Tale periodo era caratterizzato da un intenso rapporto tra foresta, agricoltura e artigianato. Dal punto di vista sociale si trattò di un momento importantissimo nella trasformazione dal feudalesimo alla società attuale, con i primi nuclei di borghesia e proletariato.
Nel progetto foresta, campi, borgo e castello sono riassunti e ravvicinati in uno spazio di immediata comprensione.
Lo scopo non è di fare un castello “nuovo” ma un cantiere che duri anni.
L’elemento culturale e turistico sarà costituito dalla visita e dal supporto dei volontari e professionisti che lavorano.
I villaggi di mille anni fa sono tutti scomparsi in Italia. Le case di legno e fango sono state sostituite nei secoli successivi da case in pietra e mattoni.
Il cantiere dovrà dare la visione della vita popolare e produttiva medievale accostata a quella militare, di cui rimangono invece molte tracce.
Questi i quattro obiettivi del progetto:
Obiettivo 1 * Accostare, attraverso elementi di archeologia sperimentale, il pubblico al secolo della nostra storia che fu crogiolo degli elementi precursori della società moderna.
Obiettivo 2 * Accostare i giovani alla cultura pratica artigianale, oggi quasi in via di estinzione, recuperata attraverso l’attrazione fantastica di un mondo medioevale.
Obiettivo 3 * Favorire una cultura ambientale attraverso pratiche di simbiosi/manipolazione della natura, favorendo una cultura ecologica concreta, alternativa all’ecologismo astratto e massimalista.
Obiettivo 4 * Creare turismo di qualità nel nostro territorio.
Col declino del reddito agrario occorre che i paesi agricoli trovino fonti di reddito alternative alla “prostituzione” del territorio!
Monfort de la palü
Monforte della palude
sta per essere costruito.
​I Monfortesi hanno preso poi una decisione: andranno da Pietro l’eremita e rifonderanno Monforte.
Tanti giovani sono nati a Milano e di Monforte d’Alba hanno sentito solo parlare dai vecchi, ma sono ugualmente decisi.
Partono da Milano; sono artigiani, operai, esperti contadini.
Seguono Guido e i suoi soldati che fanno strada.
L’incontro con Pietro è commovente.
Poi si mettono subito al lavoro.
Sull’altura in mezzo alle acque ci saranno presto case, piccole fattorie, botteghe artigiane, pozzo, forno e locanda per i pellegrini che verranno a trovare l’eremita.
Al posto della sua capanna si costruirà una piccola vera chiesa di ciottoli e mattoni.
Ci sarà una fornace per cuocerli con l’argilla del posto. Il pozzo darà acqua salubre. Le campagne saranno lavorate con i nuovi aratri a versoio.
La palude con i suoi pesci darà da vivere.
Attorno ci sarà un muraglione difensivo.
Guido da Biandrate ha promesso che intende fortificare tutto il villaggio al confine con i nemici pavesi e non solo la torre e il mastio, il dongione, come lo chiama ancora la sua famiglia che viene dalla Francia.
Guido con sua moglie Gilberta intende abitarci e costruire a sue spese mura e castello.
I nuovi abitanti si sentiranno naturalmente portati ad onorare Gilberta, che chiameranno subito Berta, come l’antica contessa di Monforte trascinata a Milano nel rogo.
Il nuovo vescovo Oddone acconsente ad istituire un piccolo mercato in cui verranno venduti pesci di lago e di palude di cui la zona è ricca. S’intende che questo mercato dovrà alla Curia metà dei proventi economici.
Più tardi Pietro morirà, senza veder finita la chiesa che sarà poi dedicata a san Pietro. Gli abitanti, venerando san Pietro, in cuor loro ricorderanno e venereranno anche il loro Pietro da Monforte.
I Biandrate Pombia, che avevano origini dalla Provenza, manterranno saltuari rapporti con l’oltralpe.
Dopo qualche anno si comincerà a sentir parlare di una nuova poesia, che gira per corti e castelli, portata dalla Francia da certi trovatori…
Vuoi tu scrivere questo capitolo con noi?
Questo capitolo sarà scritto non con le parole ma con le scuri, le seghe, la calce, i sassi, il piccone e il badile.
Sarà scritto col lavoro, con i risparmi, coi vestiti, con gli strumenti, con il tempo, con la solidarietà e un po’ della fatica dell’anno 1056.
Non combatteremo contro il potentissimo arcivescovo Ariberto e contro l’imperatore, ma combatteremo contro la burocrazia, che cercherà di impedirci e soffocarci in ogni modo, con regolamenti e tassazioni.
Combatteremo contro i pessimisti, gli stupidi, gli invidiosi, i vandali.
Noi ci stiamo preparando.
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