Gravellona Lomellina
il suo aspetto, il suo paesaggio in
100 anni
All’inizio del ‘900 Gravellona era il paese
più ricco ed elegante dei paesi vicini.
Terra fertile e buon reddito agrario mantenevano quattro famiglie di nobili con palazzi, giardini e servitù.
C’erano sei mulini, quattro ghiacciaie quattro chiese, grandi cascine, un caseificio all’avanguardia con raffreddamento geotermico altre case di stile, un teatro.
Gli abitanti erano 3231.
Gravellona non ebbe industrializzazione
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La centrale elettrica sul canale Quintino Sella (nonostante le proteste dei Gravellonesi, raccontate nel capitolo "teatro e mulino", portò energia (e quindi fabbriche) a Vigevano.
Gravellona, invece, seguì il declino economico dell’agricoltura.
Alla fine del ‘900
Gli abitanti erano ridotti a 1900.
Le cascine si erano svuotate e la grandissima maggioranza della popolazione si era spostata in zone industriali, solo in parte rimpiazzata da immigrazione bergamasca, veneta e, successivamente, meridionale.
...ma il declino economico aiuta a preservare il paesaggio
Per questo il paese di Gravellona è meno sommerso dalla solita periferia di capannoni e condomini senza stile e ha conservato tre ingressi gradevoli. Ora Gravellona è in vantaggio paesaggistico rispetto agli altri comuni lombardi.
Da 25 anni Gravellona cerca di valorizzare ogni angolino del vecchio paese...
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Ritrovamento della Sala delle colonne.
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Illuminazione notturna delle chiese, del Mulino e dell’Asilo Figari.
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Sostituzione del muro cadente dell’asilo con cancellata.
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Lampioni fioriti in centro .
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Valorizzazione del Mulino e ingresso al parco con acciottolato (donazione Savasta).
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Marciapiedi con porfido e mosaici con le storie del paese.
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Selciato elegante del cortile del municipio e scalinata palcoscenico alle scuole.
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Colori allegri sugli edifici.
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Vecchie statue (dono famiglia Mutti) all’ingresso del parco.
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Il monumento ai caduti spostato per valorizzare piazza e chiesa, prima semi nascoste. Questa decisione fu molto contestata.
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Sagrato con paracarri in granito a Barbavara.
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Recupero della testa di fontanile a Barbavara per fare un giardinetto.
Il piano regolatore (che ora si chiama Piano di Governo del territorio) prevede:
Nessun edificio alto
Difende i siti paesaggisticamente sensibili: es. ingressi di Gravellona, profilo di Barbavara…
Chi edifica paga nuove strade, parcheggi e contribuisce al verde pubblico.
No ai pannelli pubblicitari sulle strade in campagna.
Difesa delle antiche ghiacciaie (ce ne sono ancora 4).
Recupero delle teste di fontanili.
Strade ciclopedonali che collegano Cilavegna, Barbavara e Vigevano
...e aggiunge natura, arte e fantasia
Il parco dei tre laghi, vie alberate, piste ciclabili
Il parco: un “sogno”.
Tenacia: 12 anni di burocrazia per avere i permessi per scavare i laghi.
Acquisti dei terreni uno per uno.
Mobilitazione di volontari a piantare alberelli.
Privati con offerte in capitali e terreni.
Introiti dall’edilizia investiti nel verde.
Mutuo per acquistare il parcheggio e la baita ristorante e il laboratorio degli amici del parco.
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Il paese dipinto
(dopo l’esperienza di Barbavara)
Nel 1992-1993 per iniziativa spontanea del pittore milanese Luigi Regianini, furono dipinti 70 murales nella frazione Barbavara, ora decimati dall’umidità e dal degrado.
Dal 1995 l’arte figurativa è diventata programma comunale con il concorso di pittura muraria sul tema: medio evo, san Giorgio combatte contro il drago; ventesimo secolo: l'uomo libero combatte contro la burocrazia.
Da allora:
- pezzi di storia agricola come arredi-monumenti al passato (carretti, trebbia, trattori dismessi).
- cabine Enel trasformate in allegri giganti
- paracarri diventati personaggi
- sui tetti sagome di spazzacamini, befane, cicogne.
- ruote di carro diventate un velocipede.
- vicoli degradati diventati pittoreschi.
- vecchi quadranti dell’orologio del campanile diventati un biciclettone.
- ingressi al paese che accolgono il visitatore
- lavatoio artistico a Barbavara che è anche panchina, fontana e palcoscenico.
Tutto è ideato e realizzato insieme: più di centomila ore di volontariato burocratico, artistico, operaio ed artigiano, oltre al lavoro di imprese e professionisti.
L’arte ha risvegliato il paese.
La popolazione è cresciuta: ora 2700 abitanti
Nel 2012 è partito un altro progetto: Gravellona libro d’arte all’aperto con le riproduzioni dei capolavori di pittura dell’800 italiano sui muri del paese e della frazione.
Chi ha ispirato Arte Natura e Fantasia?
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I fiori ai lampioni St. Leonard de Noblat
Velocipede in piazza Feytiat
Pecore Charente Limousine
Totem USA
Laghi Chateauneuf la Foret
La grande uva Castelruth
Valorizzazione mulino San Giorgio Lomellina
Case colorate Burano
Paese dipinto Arcumeggia Varese & al.
Trattore all’incrocio Dublino
La Festa dell’Arte
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Che cosa è?
E’ una festa ponte tra festa popolare e ricerca artistica.
Del popolare ha:
mercatino, ristorante, giochi, musica, spettacoli per le strade, ballo, ecc…
Della ricerca artistica ha:
le nuove installazioni di arte figurativa e scenografiche (risciò e zattera musicale, , carro dipinto, pianoforte bianco, notte delle anime, musica dai tetti, dai balconi, sull’acqua, ombrelli e teli colorati, la chiesa celtica, concerto ambientale, la processione, balle di fieno, caccia alla zanzara)…
Creatività culturale: concorso sulla burocrazia, litanie di san Pessimino, bicchieri celtici, valorizzazione degli angoli del paese, art box …
Chi la paga?
Si autofinanzia con il ristorante, il mercatino, piccoli sponsor. L’organizzazione è affidata a volontari. Lascia un residuo permanente di installazioni artistiche che in 25 anni hanno fatto di Gravellona un paese d’arte.
Altre feste:
Il fiore e il lago
Notte delle anime
Fate di Vignarello
Festa della Madonna di san Zeno
Festa dell’Unità
Feste a Barbavara
Gravellona fu un paese signorile per pochi
Vuole diventare signorile per tutti
e creare lavoro con il turismo
Se a una cosa ci tieni una maniera la trovi
Se a una cosa non ci tieni una scusa la trovi
(proverbio africano)